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Infinityhub al Festival Oikonomia: quando l’impresa incontra i capitali spirituali

Infinityhub partecipa al Festival Oikonomia, Economia e Spiritualità che si terrà dal 7 al 9 novembre 2025 a Prato e dal 14 al 16 novembre 2025 nei territori dell’Arcidiocesi di Lucca ovvero Castelnuovo della Garfagnana, Capannori, l’Eremo di Calomini e Lucca, per costruire con l’impresa nuove capitali spirituali, con i capitali spirituali.

Infatti, il tema del festival quest’anno è “I capitali spirituali, le capitali spirituali“, per ripensare l’impresa come luogo di rigenerazione economica, umana e spirituale.

Saranno protagonisti del «Cenacolo: dialogo tra imprenditori su persone, energia e futuro», Massimiliano Braghin, Presidente esecutivo e inventore di Infinityhub e Sonia Gastaldi, sociologa informatica, membro del CdA e mentor di Infinityhub.

Alla chiamata di padre Guidalberto Bormolini, Massimiliano e Sonia hanno risposto sì, senza esitazione, perché oggi, più che mai, abbiamo bisogno di imprese responsabili. E quando si parla di imprese responsabili intendiamo aziende che sanno prendere su di sé i temi sociali dando risposte concrete, responsabile infatti è chi sa dare risposte.

Oikonomia è un progetto nato dall’urgenza di riconciliare ciò che la modernità ha separato: l’economia e l’interiorità. Promosso da Ricostruire la Vita, su intuizione di Luigino Bruni e padre Guidalberto Bormolini, esplora un modo diverso di abitare il mondo, dove fare e essere tornino a parlarsi.

Oltre la materia: la visione quantistica dell’impresa

Massimiliano Braghin porta, nel suo fare impresa, una prospettiva inedita, quella della fisica quantistica applicata al modello Y. Non è un esercizio teorico, ma un cambio di paradigma necessario. Come ci insegna la meccanica quantistica, la realtà non è fatta di oggetti separati e isolati, ma di relazioni, entanglement, potenzialità che si manifestano solo nell’incontro.

L’impresa, vista attraverso questa lente, è un sistema vivente dove tutto è interconnesso, non è più una macchina cartesiana dove cause ed effetti si succedono linearmente. Le persone sono punti essenziali di una rete di relazioni che determinano lo stato complessivo del sistema, non più “risorse umane” da ottimizzare. L’energia che attraversa un’organizzazione è quella più sottile – e più potente – che nasce dall’intenzionalità condivisa, dalla coerenza tra valori dichiarati e pratiche quotidiane, non più solo numeri da mettere a bilancio.

Nel mondo quantistico, l’osservatore influenza ciò che osserva. Allo stesso modo, nell’impresa benefit il modo in cui guardiamo alle persone, ai territori, al futuro, determina quale realtà faremo emergere. È una responsabilità enorme, un’opportunità incredibile e una libertà straordinaria.

L’impresa come comunità: la lezione sempre attuale di Olivetti

Sonia Gastaldi porta una prospettiva intrecciata con la sociologia e l’esperienza olivettiana di impresa-comunità. Adriano Olivetti aveva capito, con decenni di anticipo, che l’impresa deve essere una comunità di destino, non solo un luogo di produzione economica.

La comunità olivettiana è un progetto concreto, non un’utopia: biblioteche, asili, servizi sociali, cultura, bellezza. Portava in sé la consapevolezza che il benessere delle persone e la prosperità dell’impresa non fossero obiettivi alternativi, ma le due facce della stessa medaglia. Era, in fondo, quella riconciliazione tra economia e interiorità che oggi Oikonomia ci invita a ritrovare.

Camillo, prima, e Adriano Olivetti, poi, infatti erano imprenditori sociali, con una spiritualità fortissima.

La sociologia ci insegna che le organizzazioni sono costruzioni sociali, tenute insieme da significati condivisi, rituali, simboli. Quando un’impresa si pensa come comunità, genera un tipo diverso di capitale: economico, ma anche sociale, culturale e simbolico. Genera appartenenza, fiducia, reciprocità. Genera quei “capitali spirituali” di cui parla il Festival: risorse immateriali che nutrono la vita delle persone e dei territori.

Infinityhub si muove esattamente in questa direzione: creare ecosistemi dove l’impresa rigenera valore, dove le persone sono protagoniste e  dove il profitto è il mezzo per costruire un futuro condiviso.

Le capitali spirituali: dove nasce il futuro

Il tema del Festival ci interroga anche sulle “capitali spirituali” – quei luoghi fisici e simbolici dove si concentra e si irradia una particolare qualità di pensiero, di relazione e di visione. Luoghi geografici, ma anche esistenziali: spazi dove è possibile pensare diversamente, sognare collettivamente e sperimentare forme nuove di stare insieme.

Ogni impresa può diventare una di queste capitali, nodi che si connettono e creano una rete universale di imprese, un laboratorio dove si sperimenta concretamente un’economia civile più umana, più giusta, più viva. Un luogo dove l’energia quantistica delle relazioni e la solidità sociologica delle comunità si incontrano per generare modelli replicabili all’infinito e oltre.

Un dialogo necessario

Il cenacolo tra imprenditori é uno spazio di confronto aperto, dove portare domande più che risposte.

Come fa economia un’impresa che vuole essere anche comunità? Come si misura il successo quando non basta più il bilancio? Come si governa la complessità senza ridurla a procedure?

Sono domande che in Infinityhub ci poniamo ogni giorno. E per questo siamo grati di questo invito: perché sappiamo che solo nel dialogo, nell’incontro tra visioni diverse, possono emergere quelle intuizioni capaci di “togliere l’attrito” tra economia e spiritualità, come recita il manifesto di Oikonomia.

Il futuro dell’impresa passa da qui: dalla capacità di abitare la tensione tra efficienza e cura, tra risultato e relazione, tra profitto e proposito. È una tensione creativa, non un conflitto. È, per dirla con la fisica quantistica, una sovrapposizione di stati che non chiede di scegliere, ma di tenere insieme.

L’appuntamento di Infinityhub con il Festival Oikonomia è un’occasione per chi crede che l’impresa, con i suoi capitali spirituali, possa – e debba – essere parte della soluzione ai problemi del nostro tempo. Un luogo dove economia e spiritualità non sono mondi paralleli, ma dimensioni di un’unica, necessaria, trasformazione. Per arrivare al centro del sogno di Adriano Olivetti: «La fabbrica non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia».

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