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Persone, energie e futuro: quando la tecnologia incontra l’arte, la natura e la bellezza

Isola di San Servolo – Venezia – A. D. 2025, 23 maggio: si alza il sipario per un incontro magico tra persone, energie, futuro, tecnologia, arte, natura e bellezza.

Un vento frizzante ci sussurra che l’estate tarda ad arrivare. Volge il tramonto sulla laguna veneziana, di lì a poco si aprirà un nuovo fiore, un fiore che ci ricorderà per molto tempo quanto preziosa sia l’architettura che diventa poesia, la poesia che diventa infinito e l’infinito che possiamo vivere in un istante.

Infatti, quando la tecnologia incontra l’arte può nascere un anfiteatro a forma di fiore, con quattro petali, stampato in 3D. Quest’opera nasce grazie all’archistar🌟 Mario Cucinella e al suo team, su iniziativa di San Servolo servizi metropolitani, la società della Città Metropolitana di Venezia che gestisce l’isola.

Mario Cucinella è un architetto visionario riconosciuto a livello internazionale per la sua dedizione all’innovazione sostenibile e responsabile. Inoltre, la sua decisione di donare il progetto all’isola di San Servolo testimonia un impegno che va ben oltre il risultato economico personale a favore del bene comune.

L’architetto Cucinella ha preparato per l’occasione una presentazione strutturata, da far vedere nell’auditorium, di fronte agli ospiti e ai soci di FederLegnoArredo, che si sono trovati per l’assemblea annuale e per festeggiare gli ottanta anni della federazione.

Ma all’ultimo minuto Mario Cucinella cambia programma. Decide di trasferire il suo discorso in mezzo al suo “fiore”, un’opera che nasce per “essere” un anfiteatro immerso nel magnifico anfiteatro naturale, qual è lo spazio scelto tra alberi e acqua.

Si pone umilmente davanti alla sua opera e rimane incantato dal quel sogno che oggi è realtà: un’arena baciata dal sole, nel bel mezzo della laguna veneziana, con l’isola di San Lazzaro degli Armeni all’orizzonte e un numero significativo di persone radunate in un abbraccio collettivo.

Così, il discorso preparato e strutturato con slide lascia spazio a pochi istanti di gratitudine sincera, di contemplazione e viva commozione per l’esplosione di una bellezza che viene dal cuore di chi ha desiderato, creato e realizzato l’opera.

La Tecnologia 3D che rivoluziona il possibile

I numeri parlano chiaro e raccontano una rivoluzione tecnologica. Il fiore-anfiteatro è composto da:

  • 750 blocchi stampati in 3D in, ora più ora meno, 200 ore;
  • 62 forme diverse progettate e realizzate con precisione millimetrica
  • materiale tradizionale reinventato: calce veneziana processata da tecnologia robotica;
  • assemblaggio a secco: nessun collante, completamente reversibile e sostenibile.

Un investimento di 150.000€ per un’opera destinata a durare nel tempo, con impatto zero da trasporto, perché la stampa è stata fatta in cantiere con un robot prodotto da un’azienda di Valdagno(VI). La manifattura italiana dimostra, ancora una volta, la sua eccellenza, facendo convergere tradizione e futuro per dare vita a un’innovazione integrale. L’anfiteatro, costruito con la logica dei mattoncini Lego, è costruito ad incastro, senza elementi di congiunzione metallici, può essere smontato, spostato e modificato in base alle esigenze.

Dalla tecnologia alla poesia, verso l’infinito e oltre

L’anfiteatro, i colori della laguna, i fiori, le persone diventano un campo quantico di indescrivibile bellezza che trascende il progetto originario. È il teatro perfetto per accogliere il grande maestro Giancarlo Giannini.

La realtà si trasfigura in poesia vivente, attraverso la possente interpretazione Giancarlo Giannini che, iniziando a recitare, culmina nell’immortale sonetto di Dante dalla Vita Nova – quello stesso che risuonerà poi come eco profonda nella Divina Commedia.

È così che l’anfiteatro diventa teatro di un’epifania:

Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven, tremando, muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.

Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender no la può chi no la prova;

e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: sospira.

 

E l’istante diventa solenne, perfetto ed eterno nei versi immortali di William Blake:

Vedere un mondo in un granello di sabbia
e un paradiso in un fiore selvatico,
tenere l’infinito nel palmo della mano
e l’eternità in un’ora.

Bellezza sostenibile e capacità di futuro

L’anfiteatro di San Servolo non è solo un’opera architettonica. Di fatto è la prova tangibile che l’innovazione tecnologica e la sensibilità umana possono convergere per creare bellezza sostenibile. Esattamente quello che InfinityHub realizza ogni giorno: progetti che uniscono eccellenza tecnica, responsabilità ambientale, economica e sociale.

Proprio sull’Isola di San Servolo si può toccare con mano l’opera di Infinityhub. Infatti qui è stato realizzato il primo project financing partecipato da pubblico e privato. Come? Con il progetto VeniceLightYear che consente all’Isola un’autonomia energetica, da fonti rinnovabili, pari al 33%.

Infine, quando la tecnologia incontra la poesia, nascono i miracoli che cambiano il mondo.

Persone, energie, futuro, tecnologia, arte, natura e bellezza: l’eternità in un’ora, San Servolo 23 maggio 2025. 

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